X Quadriennale Nazionale d'Arte. La nuova generazione
25 marzo - aprile 1975

Sede
Roma, Palazzo delle Esposizioni

Organi e commissioni

Nel 1970 è nominato presidente Francesco Franceschini, docente e deputato, coadiuvato nell’organizzazione da un Comitato consultivo diretto dal segretario generale Fortunato Bellonzi.

Consiglio di amministrazione: presidente, segretario generale, Fortunato Capuano, Giorgio Castelfranco, Demetrio Menegatti, Giuseppe Piccolo, Bruno Saetti, Rinaldo Santini 

Ufficio amministrativo: Enrico Arata

Comitato consultivo: Giulio Carlo Argan, Fortunato Bellonzi, Enzo Brunori, Palma Bucarelli, Venanzo Crocetti, Pericle Fazzini, Marcello Mascherini, Filiberto Menna, Rolando Monti, Pier Luigi Nervi, Pasquale Passacantanto, Enrico Paulucci, Mario Penelope, Carlo Pietrangeli, Carlo Terzolo, Marco Valsecchi

Commissione di ammissione: Enrico Crispolti, Mario Dall’Aglio, Mario De Micheli, Pericle Fazzini, Renato Guttuso, Luigi Montanarini, Bruno Munari, Augusto Perez 

Commissione di collocamento: Enrico Crispolti Presidente, Nicola Carrino, Achille Pace, Valeriano Trubbiani.

Descrizione

Si cerca una nuova formula per la X Quadriennale. Viene abolito il meccanismo di accettazione delle opere: alla mostra partecipano solo gli artisti invitati. Viene soppresso l’ufficio vendite. Si decide di dare più spazio agli apparati didattici. Il clima del '68 porta all’eliminazione anche dei premi.

Nonostante i tentativi di modernizzazione della rassegna, serpeggia nel mondo dell’arte un atteggiamento critico nei suoi confronti. Si concretizzano alcune iniziative espositive contrapposte, come la mostra Prospettive 5 e una annunciata "anti-quadriennale". Ma la variante più evidente riguarda l’articolazione della mostra. Non più un unico appuntamento, ma un programma di cinque mostre dal 1972 al 1977.

Il quarto appuntamento La nuova generazione, del 1975, è dedicata agli emergenti. Solo per questa mostra viene reintrodotto il sistema dell’autocandidatura, per dare più spazio ai meno conosciuti. La rassegna risulta però manchevole e non rappresentativa della nuova generazione di artisti italiani.