Carena, Felice
CUMIANA, 13/08/1879 - VENEZIA, 10/06/1966
Biografia
Entra giovanissimo all’Accademia di Belle Arti di Torino dove studia con Giacomo Grasso e nel 1899 presenta per la prima volta due dipinti all’Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti. In questo primo periodo torinese, fino al 1905, frequenta l’ambiente simbolista e conosce i poeti Enrico Thovez, Arturo Graf, Giovanni Cena e lo scultore Leonardo Bistolfi. Nel 1906 vince il pensionato artistico nazionale e si trasferisce a Roma dove si dedica intensamente all’attività pittorica. Compie alcuni viaggi in Europa per studiare la pittura, nel 1909 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia e l’anno successivo alla mostra romana
degli Amatori e Cultori. Nel 1912 raccoglie tutte le opere del periodo romano nella prestigiosa sala personale alla Biennale veneziana e nel ’13 è tra gli organizzatori della prima mostra della Secessione romana; in questo periodo abbandona il suo stile pittorico simbolista per seguire le tendenze sintetiste della pittura francese. Richiamato alle armi,
durante la prima guerra mondiale, tra il 1916 e il 1918, smette quasi di dipingere. A Roma, all’inizio degli anni Venti, fonda insieme allo scultore Attilio
Selva una scuola d’arte presso gli Orti Sallustiani e diviene uno dei riferimenti principali per i giovani artisti che qualche anno più tardi avrebbero costituito la Scuola Romana. La sua pittura acquista nel tempo un maggior realismo classicheggiante pur riflettendo ancora delicati accenti lirici, divenendo uno dei capisaldi del “ritorno all’ordine” in Italia. Nel 1924 viene nominato “per chiara fama” professore
all’Accademia di Belle Arti di Firenze di cui diventerà in seguito direttore. Nel frattempo continua la sua attività espositiva con la partecipazione alla II
mostra del Novecento (1929), su invito di Margherita Sarfatti, e negli anni successivi con la presenza alle esposizioni all’estero e alle principali rassegne in Italia, tra cui le Quadriennali di Roma e le Biennali di Venezia. Le mostre e i riconoscimenti si
susseguono numerosi fino agli anni Sessanta.