Quadriennali

Dalla prima edizione del 1931, le Quadriennali d’arte si sono susseguite nel corso del Novecento e fino alla più recente del 2020, a cadenza più o meno regolare, rispondendo al loro compito statutario: essere mostra della produzione artistica nazionale, segnatamente di quella delle ultime generazioni. Alcune edizioni si sono risolte in un’unica mostra, altre hanno previsto un programma pluriennale di appuntamenti espositivi. È stato il caso della X Quadriennale (cinque mostre dal 1972 al 1977), della XII (due mostre dal 1992 al 1996) e della XIV (tre mostre dal 2005 al 2007). A partire dalle edizioni degli anni Cinquanta, sono stati numerosi i focus espositivi storici e retrospettivi, talvolta presenti come innesti interni alle esposizioni, altre volte come mostre autonome. Alle Quadriennali d’arte hanno partecipato migliaia di artiste e di artisti italiani, circa 6500 in totale. Dai numeri sorprendenti delle prime edizioni, con centinaia e centinaia di partecipanti e migliaia di quadri, sculture e grafiche, selezionati da commissioni formate in larga parte dagli artisti stessi, alle edizioni più recenti, in cui si è avvertita la necessità di offrire punti di vista più specifici e dichiarati da parte di uno o più curatori, le Quadriennali hanno reso conto delle trasformazioni delle arti visive e della loro capacità di essere espressione del tempo.
Attraverso i documenti conservati nell’Archivio Biblioteca, che è memoria vivente dell’Istituzione, la storia dell’arte italiana si dipana con l’avvicendarsi di movimenti artistici, l’emersione di nuovi protagonisti, i cambiamenti delle pratiche di allestimento delle mostre, le inclinazioni della critica, le scelte del collezionismo, le strategie di sostegno agli artisti e alla loro produzione. In questa sezione, le Quadriennali sono presentate in ordine cronologico. La scheda di ciascuna mostra rinvia agli artisti partecipanti, ai premiati e ai materiali documentari connessi.

1931
Prima Quadriennale d'Arte Nazionale
5 gennaio - 15 agosto 1931

La prima Quadriennale viene inaugurata al Palazzo delle Esposizioni il 5 gennaio 1931 alla presenza dei sovrani, il re Vittorio Emanuele III e la regina Elena. Due giorni prima, Mussolini aveva partecipato alla vernice, alla presenza degli artisti e degli addetti ai lavori. Il Palazzo delle Esposizioni, restaurato per l’occasione, presenta l’allestimento di Pietro Aschieri e Enrico Del Debbio. La Quadriennale sarà la più vasta vetrina dell’arte figurativa nazionale.

Protagonisti della rassegna sono gli artisti. Loro gli organizzatori, loro i giurati, loro i critici. Gli espositori sono circa 500. La regia della mostra è affidata a Cipriano Efisio Oppo, figura poliedrica, pittore, critico, deputato in Parlamento, che nel ruolo di segretario generale della Quadriennale guiderà le prime quattro edizioni della mostra romana dal 1931 al 1943. Lo affianca il presidente Enrico di San Martino, personalità di spicco nella politica culturale a Roma fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Una commissione formata da Oppo, Carrà, Dazzi, Sarfatti, Soffici, Amato, oltre che da San Martino, è incaricata della selezione degli artisti e dell’assegnazione delle sale personali. Dieci sono dedicate ad artisti viventi: Amerigo Bartoli, Felice Carena, Carlo Carrà, Felice Casorati, Ferruccio Ferrazzi, Romano Romanelli, Mario Sironi, Carlo Socrate, Ardengo Soffici, Arturo Tosi. Due ad Armando Spadini e Medardo Rosso, scomparsi rispettivamente nel 1925 e nel 1928. Agli accademici d’Italia Giulio Aristide Sartorio, Adolfo Wildt, Antonio Mancini e Pietro Canonica sono assegnate due grandi sale.

Il regolamento della mostra prevede che gli artisti non invitati possano sottoporre le loro opere a due giurie di accettazione, entrambe composte di soli artisti. In dieci giorni di lavoro, al Palazzo delle Esposizioni sono visionate 1562 opere di pittura, 306 di scultura, 121 di bianco e nero. Ne sarà accettato solo il 21%. Polemiche suscita l’esclusione di de Chirico. Per lui la Sarfatti propone una sala personale come anche per Boccioni, ma la commissione inviti boccia la proposta. Il criterio di selezione premia più la qualità dell’opera che non la fama dell’artista. Sono esclusi i gruppi di artisti. Viene fatta un'unica eccezione per il movimento dei futuristi. Rivolgendosi direttamente a Mussolini, Filippo Tommaso Marinetti riesce a ottenere una deroga. Così ai futuristi viene dedicata una sala con le opere di Balla, Benedetta, Depero, Dottori, Fillia, Munari, Prampolini, Tato, Thayaht. Ci sono gli schieramenti locali: i toscani Viani, Marini, De Grada, Colacicchi, Conti. I bolognesi: Morandi, Bertocchi. I torinesi: Menzio, Galante, Levi, Paulucci. E gli italiani di Parigi: Magnelli, Tozzi, Severini, De Pisis, Campigli. Cinque giorni prima dell’apertura, Mussolini va in visita alla Quadriennale. È nota da tempo la sua posizione sulle scelta artistiche: "dichiaro che è lungi da me l’idea di incoraggiare qualcosa che possa assomigliare all’arte di stato. L’arte rientra nella sfera dell’individuo. Lo Stato ha un solo dovere. Quello di non sabotarla, di dare condizioni umane agli artisti, di incoraggiarli dal punto di vista artistico e nazionale". L’incoraggiamento è concreto. Sostanziosi i premi in denaro agli artisti. Il primo premio per la pittura va ad Arturo Tosi, Arturo Martini riceve quello per la scultura. La Commissione per l’assegnazione dei premi dispone anche gli acquisti per la Galleria d'Arte Moderna del Governatorato di Roma.

Settantotto sono le opere prescelte, tra cui alcuni capolavori del Novecento, quali La famiglia del pastore di Mario Sironi. Le opere esposte sono in vendita. 322 sono acquistate da musei italiani ed esteri, ma anche da privati. Tra gli acquirenti privati figurano Giovanni Agnelli, la contessa Pecci Blunt, Arnoldo Mondadori e il Re. Le sculture di Medardo Rosso entrano a far parte della collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna. È un grande successo. La vasta eco di questa prima Quadriennale ne decreta il proseguimento negli Stati Uniti, a Baltimora, Cleveland e Syracuse.

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Prima Quadriennale d'Arte Nazionale
1935
Seconda Quadriennale d'Arte Nazionale
5 febbraio - 31 luglio 1935

Riconosciuta come l’avvenimento espositivo più incisivo in Italia nel periodo tra le due guerre, la II Quadriennale viene inaugurata da Mussolini il 4 febbraio del 1935.

La mostra riesce a offrire un vasto panorama dell’arte italiana, con circa 1800 opere di 700 artisti. Se la I Quadriennale aveva visto la predominanza di artisti della generazione dei cinquantenni e di esponenti dell’ambiente artistico sarfattiano, nella II Quadriennale sono i giovanissimi e i romani a fare la parte del leone con le personali di Mafai e Pirandello, l’affermazione di Cagli, Capogrossi, Cavalli e Ziveri, il buon esordio di Afro e Mirko.

Un caso particolare è la retrospettiva dedicata a Scipione. Quando viene inaugurata la mostra, l’artista era morto, appena trentenne, da nemmeno due anni. Il regolamento della Quadriennale non prevedeva omaggi postumi. Per Scipione, Oppo decide di fare un’eccezione. Una ventina le mostre personali. Grande consenso per quella di Severini, una vera e propria antologica con ben 36 opere, e di Marini, che vincono il primo premio per la pittura e la scultura. Particolarmente avversata dalla critica la mostra di de Chirico, che espone 45 opere degli ultimi due anni. Molto apprezzati in generale gli Italiani di Parigi, Severini, Tozzi, Campigli, Fini, Paresce. Anche il futurismo e l’astrattismo sono ben rappresentati. Quattro sale ai futuristi, dedicate prevalentemente all’aeropittura. Di grande impatto la personale di Prampolini e il polittico di Dottori, oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Gli allestimenti vengono affidati a Pietro Aschieri e all'appena ventisettenne Eugenio Montuori. Il bilancio della mostra è eccezionale per numero di visitatori, 350.000. Il successo porterà alla costituzione di un ente autonomo per l’organizzazione delle Quadriennali d’Arte.

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Seconda Quadriennale d'Arte Nazionale
1939
III Quadriennale d'Arte Nazionale
5 febbraio - 22 luglio 1939

La rassegna, che comprende 2000 opere di circa 700 artisti, risulta inferiore alle precedenti edizioni. Lo stesso Oppo ammette che gli inviti sono stati forse troppo numerosi. La mostra tende a essere celebrativa e risulta meno tempestiva nel documentare le novità. Questa edizione della Quadriennale risente molto del clima politico dell’epoca e in particolare dell’emanazione delle leggi razziali. A tutti gli artisti partecipanti viene inviata una scheda di accertamento della razza. Gli esclusi comprendono artisti affermati come Corrado Cagli e Roberto Melli. Bellissima la personale di Morandi, con 53 opere. L’artista bolognese vince il secondo premio per la pittura, non senza polemiche. Contro di lui si scaglia il gruppo che fa capo al gerarca fascista Farinacci.

Nella Rotonda, trasformata dagli architetti Mario Paniconi e Giulio Pediconi, sono esposte le sculture di Domenico Rambelli, ispirate al tema della guerra. Numerose le vendite, soprattutto quelle alle istituzioni pubbliche, tra le quali il gruppo più cospicuo è rappresentato dalle 113 opere acquistate dal Governatorato per la Galleria d’Arte Moderna. Rambelli vince il primo premio per la scultura e Bruno Saetti quello per la pittura.

Mostre personali di: Amerigo Bartoli, Ugo Bernasconi, Alfredo Biagini, Mario Broglio, Alberto Caligiani, Giuseppe Capogrossi, Giuseppe Casciaro, Achille Funi, Franco Gentilini, Manlio Giarrizzo, Edoardo Gordigiani, Romeo Gregori, Italo Griselli, Giacomo Manzù, Quinto Martini, Francesco Messina, Giorgio Morandi, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Domenico Rambelli, Mino Rosi, Bruno Saetti, Alberto Salietti, Pio Semeghini.

Mostre collettive: Mostra futurista di aeropittori e aeroscultori.

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III Quadriennale d'Arte Nazionale
1943
IV Quadriennale d'Arte Nazionale
16 maggio - 31 luglio 1943

In tono minore, la IV Quadriennale inaugura il 15 maggio del 1943. Le difficoltà finanziarie legate all’emergenza bellica hanno inevitabili ripercussioni sull’organizzazione della mostra, ritardata di alcuni mesi a causa della mancanza di nafta per gli impianti di riscaldamento, e costretta in spazi più stretti per esigenze logistiche connesse al conflitto. Nonostante la crisi sono ben 1300 le opere esposte in sole 46 sale.

La mostra è guidata da due linee artistiche: la prima vede insieme astrattisti e futuristi, la seconda quella dei pittori figurativi. Solo i futuristi affrontano il tema della guerra, assente come soggetto dalle opere dei figurativi (Ceracchini, Amato, Tosi, Gentilini, Guidi, Trombadori), che appaiono in linea con la tradizione classica (ritratti, nudi, paesaggi bucolici, interni familiari). Non sono disposte sale personali, fatta eccezione per la mostra di Enrico Prampolini all'interno delle sale dei futuristi italiani.

L’unica presentazione in catalogo è quella di Marinetti, che introduce gli aeropittori di guerra, cosmici, astrattisti e futuristi come Acquaviva, Carla Prina, Vladimiro Tulli, Mario Radice, Tato. Giacomo Manzù ottiene il primo premio per la scultura e Gianni Vagnetti quello per la pittura. Il progetto per la sistemazione architettonica degli ambienti è di Ernesto Puppo e Alessandro Mangione.

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IV Quadriennale d'Arte Nazionale
1948
Rassegna Nazionale di Arti figurative [V Quadriennale]
31 marzo - maggio 1948

Sotto la direzione commissariale dello scultore Francesco Coccia, la V Quadriennale viene inaugurata il 30 marzo del 1948 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, per inagibilità temporanea del Palazzo delle Esposizioni. Questa edizione assume temporaneamente la denominazione di Rassegna Nazionale delle Arti Figurative per evidenziare un netto distacco dalla precedente gestione culturale. La mostra conta circa 800 partecipanti con 1500 opere. Di particolare interesse la sala degli astrattisti (Reggiani, Radice, Munari) con i giovani del gruppo Forma, da poco costituito (Consagra, Turcato, Dorazio, Perilli). Si segnalano anche i neocubisti Prampolini, Guttuso, Corpora, Afro. L’esposizione introduce la consuetudine di omaggi postumi, tributati, tra gli altri, ad Arturo Martini, Arturo Nathan, Rudolf Levy. Scarsa l’affluenza del pubblico, limitate le vendite. In occasione di questa edizione non vengono volutamente conferiti premi.

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Rassegna Nazionale di Arti figurative [V Quadriennale]
1951-1952
VI Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
18 dicembre 1951 - 15 maggio 1952

La VI Quadriennale, inaugurata il 18 dicembre 1951 nuovamente all’interno del Palazzo delle Esposizioni, consolida ulteriormente la prassi di introdurre mostre storiche all’interno del programma espositivo.

È l’inizio della gestione Bellonzi, segretario generale dell’Ente per un trentennio, e degli sforzi tesi a delineare il nuovo piano culturale della Quadriennale. L’approfondimento storico-critico è volto a ricostruire gli antefatti agli sviluppi più recenti dell’arte contemporanea e ha per esito anche l’avvio di una importante attività editoriale. Le mostre storiche non mancano di suscitare polemiche tra gli artisti e all’interno dei sindacati, per i quali il denaro pubblico dovrebbe essere destinato agli artisti viventi.

Tredici le mostre retrospettive, tra le quali spiccano quelle dedicate a Martini, Modigliani, Viani, Gemito e ai pittori italiani del secondo Ottocento. Gli espositori sono 800, in totale circa 2400 opere, in oltre 100 sale. Ragguardevole il numero di piccole mostre personali. Per la critica dell’epoca la mostra fatica a offrire una vera panoramica degli artisti italiani del momento. Lo sguardo sul passato sopravanza quello sul presente.

L’allestimento di Giacomo Maccagno, meno scenografico e più funzionale, comprende una serie di pannelli che permettono di moltiplicare la superficie espositiva. Viene ripristinato il sistema di assegnazione dei premi, stanziati però in questo caso da alcune importanti istituzioni: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Parlamento, il Comune e la Provincia di Roma. I premi del Comune di Roma, da un milione ciascuno, vanno a Fausto Pirandello per la pittura e a Pericle Fazzini per la scultura.

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VI Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
1955-1956
VII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
22 novembre 1955 - 30 aprile 1956

Il 22 novembre del 1955 viene inaugurata la VII Quadriennale, con una partecipazione di artisti assai nutrita (oltre 1100). La mostra, nonostante il numero troppo alto di partecipanti, raccoglie un diffuso consenso. È lo specchio dell’acceso dibattito che vedeva schierati su fronti opposti figurativi e non figurativi. Tra le opere non figurative appaiono per la prima volta i sacchi e le tele lacerate di Alberto Burri, i concetti spaziali di Lucio Fontana, i lavori degli artisti del Gruppo degli Otto, formato nel 1952 da autori particolarmente legati all’astrattismo (Vedova, Turcato, Afro, Corpora, Morlotti, Birolli, Santomaso). L’indagine sul passato avviata nella precedente edizione prosegue con la mostra storica Antologia dell’arte italiana dal 1910 al 1930. L’Ente Provinciale per il Turismo di Roma promuove i "Giovedì della Quadriennale", una serie di lezioni sull’arte contemporanea tenute dai curatori della mostra. Si moltiplicano premi e premi-acquisto da parte di enti e istituzioni, frutto dell’operato di Bellonzi e della sua capacità di costruire solide collaborazioni. Due milioni di lire vanno a Giacomo Manzù per il "premio Quadriennale". L'ammontare dei premi e dei premi-acquisto raggiunse lire 17.000.000 cui si aggiunse l'onere finanziario del Premio "Parigi" elevando l'ammontare dei premi a oltre i venti milioni di lire, complessivamente vennero premiati 52 artisti (31 pittori, 14 scultori e 7 artisti del bianco e nero). I proventi dell’ufficio vendite della mostra ammontano a oltre cinquanta milioni di lire, dovuti in prevalenza, per la prima volta, ad acquisti privati.

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VII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
1959-1960
VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
28 dicembre 1959 - 30 aprile 1960

Il confronto tra figurativi e non figurativi si infuoca nella VIII Quadriennale, che si apre il 27 dicembre 1959 con il numero record di 1200 partecipanti.

Due mesi prima dell’inaugurazione era stata annunciata una vera e propria 'secessione' da un gruppo di pittori dissidenti, per la maggior parte astrattisti, in segno di protesta contro l’eccessivo numero degli artisti invitati e, soprattutto, contro l’atteggiamento ostile di Bellonzi nei confronti dell’arte astratta. I secessionisti vengono attaccati da intellettuali e critici vicino al PCI, con l’accusa di voler mantenere una posizione di privilegio nel mercato dell'arte. Alla fine, quando la Quadriennale apre, gli artisti più significativi sono assenti. Decidono di non partecipare Vedova, Santomaso, Fontana, Reggiani, Consagra, Dorazio, Afro, Corpora, Scialoja, Turcato, Leoncillo, Franchina. Tra i pochi astrattisti Dova, Strazza, Bruno Conte, Mirko.

Nella Galleria centrale è allestita la mostra Sguardo alla giovane scuola romana dal 1930 al 1945, proseguimento delle mostre storiche presentate nelle due precedenti edizioni. Quattro retrospettive sono dedicate ad artisti recentemente scomparsi: Giacomo Balla, Osvaldo Licini, Enrico Prampolini, Luigi Spazzapan. I maggiori riconoscimenti vanno a Ennio Morlotti e a Corrado Levi. A Luigi Broggini e a Gianni Dova viene assegnato il Premio Parigi.

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VIII Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
1965-1966
IX Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
22 novembre 1965 - 31 marzo 1966

Il 22 novembre 1965, dopo due giorni di preview alla stampa, viene inaugurata dal Presidente della Repubblica la IX Quadriennale. Per la prima volta i critici entrano a far parte in maniera preponderante della giuria di accettazione e della commissione inviti, in passato formate quasi esclusivamente da artisti. La mostra risente del clima di quegli anni, intensi e politicizzati, nei quali vengono criticati i sistemi di selezione e anche i musei. È una delle Quadriennali più affollate di artisti e di opere. Oltre 750 gli espositori, circa 3000 le opere in mostra. Tre chilometri di quadri e sculture. Manca la mostra storica. Ben 31 le retrospettive di artisti scomparsi negli ultimi anni, come quelle dedicate a Casorati, Depero, Donghi, Ligabue, Mafai, Morandi, Sironi, Trombadori. I giovani artisti portano l'arte cinetica, visuale, programmata e op: il Gruppo Uno (Uncini, Carrino, Frascà), il Gruppo T di Milano (Boriani, Anceschi, Colombo). E poi Getulio Alviani, Franco Cannilla. Vi sono i neodada e i pop, che dimostrano di aver ben assimilato la lezione d'Oltreoceano: Franco Angeli, Tano Festa, Gino Marotta, Mimmo Rotella. Tra i neofigurativi: Alberto Gianquinto, Bruno Caruso, Giannetto Fieschi, Carlo Guarienti. Il salone centrale accoglie opere di Luciano Minguzzi, Mario Negri, Emilio Greco, Umberto Mastroianni, Marcello Mascherini, Pericle Fazzini. Nelle diverse sale: Andrea e Pietro Cascella, Mirko, Giò Pomodoro, Leoncillo. Vengono premiati, tra gli altri, Mauro Reggiani, Giulio Turcato, Alberto Viani, Mirko Basaldella.

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IX Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma
1972
X Quadriennale Nazionale d'Arte. Aspetti dell'Arte figurativa contemporanea - Nuove ricerche d'immagine
16 novembre - 31 dicembre 1972

Si cerca una nuova formula per la X Quadriennale. Viene abolito il meccanismo di accettazione delle opere: alla mostra partecipano solo gli artisti invitati. Si decide di dare più spazio agli apparati didattici. Il clima del '68 porta all’eliminazione anche dei premi.

Nonostante i tentativi di modernizzazione della rassegna, serpeggia nel mondo dell’arte un atteggiamento critico nei suoi confronti. Si concretizzano alcune iniziative espositive contrapposte, come la mostra Prospettive 5 e una annunciata "anti-quadriennale". Ma la variante più evidente riguarda l’articolazione della mostra. Non più un unico appuntamento, ma un programma di cinque mostre dal 1972 al 1977.

La prima è dedicata alla figurazione. Aspetti dell’arte figurativa contemporanea - nuove ricerche di immagine, del 1972, è incentrata sulla pittura di realtà e avvicina artisti ormai storicizzati al contributo di artisti più giovani.

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X Quadriennale Nazionale d'Arte. Aspetti dell'Arte figurativa contemporanea - Nuove ricerche d'immagine
1973
X Quadriennale Nazionale d'Arte. Situazione dell'Arte non figurativa
8 febbraio - 25 marzo 1973

Si cerca una nuova formula per la X Quadriennale. Viene abolito il meccanismo di accettazione delle opere: alla mostra partecipano solo gli artisti invitati. Viene soppresso l’ufficio vendite. Si decide di dare più spazio agli apparati didattici. Il clima del '68 porta all’eliminazione anche dei premi.

Nonostante i tentativi di modernizzazione della rassegna, serpeggia nel mondo dell’arte un atteggiamento critico nei suoi confronti. Si concretizzano alcune iniziative espositive contrapposte, come la mostra Prospettive 5 e una annunciata "anti-quadriennale". Ma la variante più evidente riguarda l’articolazione della mostra. Non più un unico appuntamento, ma un programma di cinque mostre dal 1972 al 1977.

La seconda, del 1973, offre una vasta campionatura di artisti di segno opposto.

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X Quadriennale Nazionale d'Arte. Situazione dell'Arte non figurativa
1973
X Quadriennale Nazionale d'Arte. La ricerca estetica dal 1960 al 1970
22 maggio - 30 giugno 1973

Si cerca una nuova formula per la X Quadriennale. Viene abolito il meccanismo di accettazione delle opere: alla mostra partecipano solo gli artisti invitati. Viene soppresso l’ufficio vendite. Si decide di dare più spazio agli apparati didattici. Il clima del '68 porta all’eliminazione anche dei premi.

Nonostante i tentativi di modernizzazione della rassegna, serpeggia nel mondo dell’arte un atteggiamento critico nei suoi confronti. Si concretizzano alcune iniziative espositive contrapposte, come la mostra Prospettive 5 e una annunciata "anti-quadriennale". Ma la variante più evidente riguarda l’articolazione della mostra. Non più un unico appuntamento, ma un programma di cinque mostre dal 1972 al 1977.

La terza mostra La ricerca estetica dal 1960 al 1970 a giudizio della critica riesce effettivamente a captare i fermenti del decennio appena trascorso: neodada, pop art, arte programmata, environment, happening, arte povera, comportamentismo. Il progetto di allestimento è di Costantino Dardi, con la collaborazione di Giancarlo Leoncilli e Ariella Zattera.

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X Quadriennale Nazionale d'Arte. La ricerca estetica dal 1960 al 1970
1975
X Quadriennale Nazionale d'Arte. La nuova generazione
25 marzo - aprile 1975

Si cerca una nuova formula per la X Quadriennale. Viene abolito il meccanismo di accettazione delle opere: alla mostra partecipano solo gli artisti invitati. Viene soppresso l’ufficio vendite. Si decide di dare più spazio agli apparati didattici. Il clima del '68 porta all’eliminazione anche dei premi.

Nonostante i tentativi di modernizzazione della rassegna, serpeggia nel mondo dell’arte un atteggiamento critico nei suoi confronti. Si concretizzano alcune iniziative espositive contrapposte, come la mostra Prospettive 5 e una annunciata "anti-quadriennale". Ma la variante più evidente riguarda l’articolazione della mostra. Non più un unico appuntamento, ma un programma di cinque mostre dal 1972 al 1977.

Il quarto appuntamento La nuova generazione, del 1975, è dedicata agli emergenti. Solo per questa mostra viene reintrodotto il sistema dell’autocandidatura, per dare più spazio ai meno conosciuti. La rassegna risulta però manchevole e non rappresentativa della nuova generazione di artisti italiani.

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X Quadriennale Nazionale d'Arte. La nuova generazione
1977
X Quadriennale Nazionale d'Arte. Artisti stranieri operanti in Italia
9 giugno - 10 luglio 1977

Nel 1970 è nominato presidente Francesco Franceschini, docente e deputato, coadiuvato nell’organizzazione da un Comitato consultivo diretto da Fortunato Bellonzi e formato da Giulio Carlo Argan, Palma Bucarelli, Marco Valsecchi, Filiberto Menna, Pier Luigi Nervi. Si cerca una nuova formula per la X Quadriennale. Viene abolito il meccanismo di accettazione delle opere: alla mostra partecipano solo gli artisti invitati. Viene soppresso l’ufficio vendite. Si decide di dare più spazio agli apparati didattici. Il clima del ‘68 porta all’eliminazione anche dei premi.

Nonostante i tentativi di modernizzazione della rassegna, serpeggia nel mondo dell’arte un atteggiamento critico nei suoi confronti. Si concretizzano alcune iniziative espositive contrapposte, come la mostra Prospettive 5 e una annunciata "anti-quadriennale". Ma la variante più evidente riguarda l’articolazione della mostra. Non più un unico appuntamento, ma un programma di cinque mostre dal 1972 al 1977.

La quinta mostra Artisti stranieri operanti in Italia, del 1977, chiude la X Quadriennale. È la prima volta che l’istituzione si apre agli artisti stranieri. La mostra presenta una panoramica di 150 artisti; tra i più noti Balthus, Matta, Moore, Sutherland.

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X Quadriennale Nazionale d'Arte. Artisti stranieri operanti in Italia
1986
Undicesima Quadriennale di Roma
16 giugno - 16 agosto 1986

Nel 1983 sono nominati presidente Giuseppe Rossini e segretario generale il critico d’arte Giuseppe Gatt. L’XI Quadriennale si inaugura il 16 giugno del 1986, ospitata dall’Ente EUR nel Palazzo dei Congressi, a causa dell’inagibilità del Palazzo delle Esposizioni per lavori di ristrutturazione. L’esposizione è molto ampia, con 400 artisti. È rappresentato l’intero panorama delle arti visive italiane, in tutte le situazioni e le tendenze della ricerca artistica. Sette le sezioni della mostra. Una storica fa il punto sulla situazione dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta. Le altre sei sono tematiche con uno sguardo sugli esiti della ricerca artistica contemporanea. La sezione storica sulle emergenze '50-'80 è di largo spettro. Si va dai vecchi maestri come Luigi Veronesi e Mario Radice ai giovani Dessì, Ceccobelli, Tirelli e agli artisti della Transavanguardia, con il loro eclettico recupero di esperienze figurative: Enzo Cucchi, Sandro Chia, Francesco Clemente, Nicola De Maria, Mimmo Paladino. Passando per l’arte povera (Paolini, Pistoletto, Merz, Kounellis, Gilardi) l’arte concettuale (Pisani, Ontani), l’informale (Vedova, Morlotti), l’astrattismo (Accardi, Consagra, Turcato), il realismo con le opere di Treccani e Guttuso. Attorno al nucleo centrale si sviluppano a raggiera le altre sei sezioni di trenta artisti ciascuna, dedicate alle diverse tendenze dell’oggi. Ecco allora il gruppo dei pittori anacronisti che si richiamano in prevalenza a desinenze neoclassiche, raggruppati sotto il titolo Arte come storia dell’arte (Di Stasio, Gandolfi, Abate). Segue Arte di nuove immagini e di nuovi materiali, sezione destinata a presentare le nuove linee della ricerca artistica, anche in una pluralità di situazioni formative, culturali, concettuali (Pirri, Levini, Messina, Pellegrin). E poi ancora la molto contestata Ricognizione Sud, che vuole fare il punto sui giovani artisti del meridione. A seguire Arte come visitazione dei linguaggi astratto-informali che esamina gli esiti del non figurativo (Asdrubali, Rossano). E Arte di figurazione (Giorgi, Masci, Biasi). Per finire la sezione Arte come scrittura, che indaga i rapporti espressivi tra poesia e immagine, tra scrittura alfabetica e segno pittorico (Blank, Patella). Anche questa Quadriennale è al centro di furiose polemiche. C’è chi l’accusa di non suscitare confronti, chi di essere troppo legata al potere politico. Alcuni vorrebbero che fosse una mostra di tendenza, altri più distante dalle espressioni d’arte maggiormente commerciali.

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Undicesima Quadriennale di Roma
1987
Secessione Romana 1913-1916
4 giugno - 28 giugno 1987

Nel 1983 sono nominati presidente Giuseppe Rossini e segretario generale il critico d’arte Giuseppe Gatt. L’XI Quadriennale si inaugura il 16 giugno del 1986, ospitata dall’Ente EUR nel Palazzo dei Congressi, a causa dell’inagibilità del Palazzo delle Esposizioni per lavori di ristrutturazione. Questa mostra, a cura di Rossana Bossaglia, Mario Quesada e Pasqualina Spadini, fa seguito all'XI Quadriennale.

Le quattro esposizioni tenutesi tra il 1913 e il 1916 furono volute da un gruppo di artisti romani dissidenti. Parteciparono artisti stranieri, allora già noti, e italiani ancora esordienti. La Secessione Romana, con la sua storia, le sue presenze, i dibattiti accesi intorno al destino dell'arte italiana, appartiene alla nostra storia, perché sta all'origine delle vicende che poi, attraverso le Biennali Romane degli anni Venti, conducono direttamente alla nascita della Quadriennale.

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Secessione Romana 1913-1916
1992
Prampolini dal Futurismo all'Informale
25 marzo - 25 maggio 1992

Nel marzo 1992 viene varata la XII Quadriennale e contestualmente viene inaugurata la prima delle iniziative legate alla mostra: la mostra storica dedicata a Enrico Prampolini: "A poco più di trent'anni dall'unica grande retrospettiva pubblica di effettivo rilievo, realizzata da Palma Bucarelli alla Galleria Nazionale d'arte Moderna a Roma nel 1961, ecco finalmente un'assai attesa, adeguata, ampissima rassegna che ricostituisce comparativamente i molteplici aspetti della quasi emisecolare, straordinariamente intensa attività creativa, quanto di riflessione teorica e di attività critica e pubblicistica, di Enrico Prampolini" dall'introduzione al catalogo, "Prampolini a tutto campo", di Enrico Crispolti.

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Prampolini dal Futurismo all'Informale
1992
Dodicesima Quadriennale Italia 1950-1990. Profili Dialettica Situazioni
9 luglio - 21 settembre 1992

Nel marzo 1992 viene varata la XII Quadriennale e nel luglio dello stesso anno si inaugura - dopo la mostra storica su Prampolini - Profili, esposizione dedicata alle opere di un numero ristretto di artisti viventi tra le personalità determinanti per gli sviluppi dell’arte in Italia tra il 1950 ed il 1990. Sono invitati trentatré artisti, selezionati da una commissione consultiva composta da Ugo Attardi, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Rossana Bossaglia, Maurizio Calvesi, Antonio Del Guercio, Cesare Vivaldi. L’obiettivo è ambizioso: una mostra storico-critica che, attraverso poche personalità, presenti ciascuna con più opere, documenti ogni tendenza delle espressioni più originali e incisive dell’arte italiana dell’ultimo quarantennio.

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Dodicesima Quadriennale  Italia 1950-1990. Profili Dialettica Situazioni
1996
XII Quadriennale Italia 1950-1990. Ultime generazioni
25 settembre - 25 novembre 1996

Nel marzo 1992 viene varata la XII Quadriennale e nel luglio dello stesso anno se ne inaugura la prima tranche al Palazzo delle Esposizioni con la mostra Profili, dedicata alle opere di un numero ristretto di artisti viventi tra le personalità determinanti per gli sviluppi dell’arte in Italia tra il 1950 ed il 1990. Dopo Profili la Quadriennale conosce tre anni di impasse istituzionale, che si risolve solo nel 1995, quando si insedia il nuovo Consiglio d’Amministrazione, sotto la presidenza della storica dell’arte Lorenza Trucchi. Floriano De Santi è segretario generale. È inoltre istituita la figura del direttore generale, responsabile dell’intera gestione. La carica viene assegnata a Barbara Paccagnella. Il nuovo Consiglio decide di realizzare una mostra sugli artisti emersi negli ultimi anni, intitolata Ultime Generazioni, inaugurata nel settembre del 1996 a Palazzo delle Esposizioni e all’Ala Mazzoniana della Stazione Termini. L’attenzione è rivolta al panorama dei giovani: sono invitati 174 artisti che hanno iniziato a esporre dopo il 1977. La mostra riesce a captare la vivacità delle nuove leve che emergono nelle aree che gravitano intorno a Milano: Arienti, Airò, Bartolini, Moro, Cattelan, Toderi, Manzelli, Beecroft, Tesi. Per l'ambito romano è presente la generazione considerata successiva alla Transavanguardia, gli esponenti della Scuola di San Lorenzo: Dessì, Nunzio, Pizzi Cannella. E poi Cerone, Pietroiusti, i più giovani Pintaldi, Salvino, Basilè. Sono ripristinati i premi. Il primo premio va ad Arienti, gli altri a Studio Azzurro, Umberto Cavenago, Cristiano Pintaldi.

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XII Quadriennale Italia 1950-1990. Ultime generazioni
1998-1999
Valori Plastici
28 ottobre 1998 - 18 gennaio 1999

La mostra Valori Plastici, dedicata al movimento raccolto intorno alla omonima rivista pubblicata a partire dal 1918, si articola in diverse sezioni: una storica sul panorama italiano in cui figurano opere di Boccioni, Sironi, Casorati, Depero, Ferrazzi; una che documenta i rapporti del movimento con l'Europa; una retrospettiva sui protagonisti e una sezione dedicata a materiale documentario, fotografie e lettere.

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Valori Plastici
1999
XIII Quadriennale Proiezioni Duemila. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale
18 giugno - 10 settembre 1999

La mostra offre uno spaccato articolato, anche se non necessariamente esaustivo, delle tendenze artistiche in Italia, congiungendosi e completando il panorama della precedente edizione. Convivono artisti di ogni età e di tutti i filoni della ricerca artistica. La varietà si riflette nella scelta dei premiati: i figurativi Ferroni e Mantovani, Gilardi con la sua installazione elettronica e Plessi con la sua video-installazione. Il progetto e il coordinamento per l'allestimento sono di Enzo Serrani.

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XIII Quadriennale Proiezioni Duemila. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale
2003-2004
Anteprima. XIV Esposizione Quadriennale d'Arte di Roma 2003-2005 Napoli
15 novembre 2003 - 11 gennaio 2004

La mostra inaugura la rassegna della XIV Quadriennale che si articola in due Anteprime a Napoli e Torino dove espongono artisti che hanno iniziato la loro attività artistica dopo il 1990. La rassegna si conclude con la mostra a Roma che si compone di tre sezioni: una storica sulle precedenti Quadriennali del 1931 e del 1948, una contemporanea dal titolo Fuori Tema e una sezione dedicata ad artisti stranieri, Italian Feeling.

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Anteprima. XIV Esposizione Quadriennale d'Arte di Roma 2003-2005 Napoli
2004
Anteprima. XIV Esposizione Quadriennale d'Arte di Roma 2003-2005 Torino
18 gennaio - 21 marzo 2004

La XIV Quadriennale si articola in due Anteprime, a Napoli e Torino, dove espongono artisti che hanno iniziato la loro attività artistica dopo il 1990. La rassegna si conclude con la mostra a Roma che si compone di tre sezioni: una storica sulle precedenti Quadriennali del 1931 e del 1948, una contemporanea dal titolo Fuori Tema e una sezione dedicata ad artisti stranieri, Italian Feeling.

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Anteprima. XIV Esposizione Quadriennale d'Arte di Roma 2003-2005 Torino
2005
XIV Quadriennale di Roma. Fuori Tema/Italian Feeling
9 marzo - 31 maggio 2005

La XIV Quadriennale culmina in una mostra alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. La sede istituzionale, il Palazzo delle Esposizioni, non può accoglierla, perché chiuso per lavori di restauro. Fuori sede, ma anche volutamente fuori tema: gli artisti, cento in tutto, sono lasciati liberi di esprimere ciascuno il suo stile, il suo genere espressivo, il suo linguaggio, senza vincoli tematici. Ogni artista è presente con un'opera recente o inedita. Fuori anche da barriere di età: si va da Mimmo Rotella del '18 – premio alla carriera, ultimo importante riconoscimento prima della sua morte – a Maria Lai del '19, ai giovani Pietro Roccasalva del '70 e Francesco Vezzoli del '71, vincitori ex aequo del "Premio per la giovane arte". Sono rappresentati tutti i linguaggi espressivi: pittura (De Maria, Cingolani, Giovannoni), video (Favaretto, Migliora, Sighicelli), installazioni (Airò, Mocellin-Pellegrini), fotografia (Ontani, Pivi). Anche la scultura (Cerone). Accanto al nucleo principale dei cento artisti italiani, la sezione Italian Feeling apre una finestra sull’arte internazionale, con undici artisti stranieri molto affermati, legati al nostro paese da affinità culturali.

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XIV Quadriennale di Roma. Fuori Tema/Italian Feeling
2005
XIV Quadriennale di Roma. Retrospettive 1931/1948
9 marzo - 31 maggio 2005

La mostra conclusiva della XIV edizione della Quadriennale si compone di diverse sezioni: Fuori Tema - Italian Feeling, e una sezione retrospettiva sulla prima e sulla quinta Quadriennale, rispettivamente del 1931 e del 1948. La selezione delle opere viene effettuata, per la I Quadriennale, scegliendo tra quegli artisti a cui fu dedicata una sala personale; per la V, invece, attraverso un taglio critico che esaltasse la contrapposizione tra astratti e figurativi, per la prima volta delineatasi in modo netto proprio in questa prima edizione del dopoguerra. La XIV Quadriennale si tiene presso la Galleria Nazionale di Roma per la momentanea inagibilità del Palazzo delle Esposizioni.

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XIV Quadriennale di Roma. Retrospettive 1931/1948
2008
15a Quadriennale d'arte di Roma
19 giugno - 14 settembre 2008

Se la XIV edizione della Quadriennale estendeva lo sguardo fino ai maestri degli anni '60-'70 ancora in attività, questa volta l'attenzione è circoscritta alle generazioni di artisti che hanno iniziato ad affermarsi in Italia negli ultimi venti anni. È un campo di osservazione comunque ampio e variegato, che ha suggerito di non forzare sotto un titolo generico gli autori invitati. 99 gli artisti presenti, giovani o mid-career, ciascuno dei quali partecipa con un opera recente, in molti casi realizzata per la mostra. La commissione inviti decide di dedicare un omaggio a Luciano Fabro, a un anno dalla sua scomparsa, esponendo nella Rotonda del Palazzo delle Esposizioni la scultura Autunno mai esposta prima in Italia.

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15a Quadriennale d'arte di Roma
2016-2017
16a Quadriennale d'arte. Altri tempi, altri miti
13 ottobre 2016 - 08 gennaio 2017
Inaugurata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella la 16a Quadriennale d'arte è promossa e organizzata dalla Quadriennale di Roma e dall'Azienda Speciale Palaexpo. Allestita al Piano Nobile di Palazzo delle Esposizioni su oltre 2000 metri quadrati, presenta 10 sezioni espositive ideate da 11 curatori, 99 artisti con 150 opere, tutte recenti, molte realizzate per l'occasione. Il titolo è ispirato alla raccolta "Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta" dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, che offre una narrazione per frammenti dell'Italia degli anni Settanta. Analogamente, la 16a Quadriennale è concepita come una mappatura mutevole delle produzioni artistiche e culturali dell'Italia contemporanea e ognuna delle dieci sezioni espositive approfondisce un tema, un metodo, un'attitudine, una genealogia che connota i progetti artistici. Simone Ciglia e Luigia Lonardelli in "I Would Prefer Not To / Preferirei di no", presentano una selezione di autori esemplificativi di un'attitudine diffusa del fare arte oggi, riconducibile a un sottrarsi, a un resistere a codificazioni identitarie. Michele D'Aurizio con "Ehi, voi!" propone la ritrattistica come linguaggio tramite cui attraversare le vicende più recenti della nostra arte, per la sua capacità di esprimere una commistione tra sfera individuale e sfera sociale. Luigi Fassi con "La democrazia in America" invita ad approfondire alcuni aspetti della storia dell'Italia contemporanea attraverso una rilettura del pensiero di Tocqueville. Simone Frangi in "Orestiade italiana" volge lo sguardo al rapporto del nostro Paese con il suo passato colonialista, partendo dal film di Pier Paolo Pasolini "Appunti per un'Orestiade africana" del 1970. Luca Lo Pinto in "Ad occhi chiusi gli occhi sono straordinariamente aperti" sonda i temi del tempo, dell'identità, della memoria, letti in continua metamorfosi all'interno della relazione tra il singolo e la collettività. Matteo Lucchetti in "De rerum rurale" pone al centro dell'attenzione la ruralità come spazio reale e speculativo nel quale descrivere e reimmaginare il sistema di relazioni tra ambiente naturale e antropizzato, anche nella sua profondità storica. Marta Papini in "Lo stato delle cose" propone un impianto in progress nel quale la rotazione di artisti molto diversi instaura uno spazio dialettico tra le singole ricerche e tra queste e il pubblico. Cristiana Perrella in "La seconda volta" individua un nucleo di autori accomunati da un interesse per l'uso di materiali densi di storie già vissute che reinterpretano in insospettabili combinazioni, secondo una poetica della trasformazione. Domenico Quaranta con "Cyphoria" analizza l'impatto dei media digitali su vari aspetti della vita, dell'esperienza, dell'immaginazione e del racconto. Denis Viva in "Periferiche" individua nel policentrismo un'originale condizione strutturale del nostro territorio che permea anche la nostra cultura visiva.
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16a Quadriennale d'arte. Altri tempi, altri miti
2020-2021
Quadriennale d'arte 2020 FUORI
30 ottobre 2020 - 18 luglio 2021

La Quadriennale d'arte 2020, a cura di Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol, rinnova il suo formato e da rassegna sull'arte italiana diventa una vera e propria mostra curata. Con un preciso taglio critico, quarantatré artisti sono stati invitati a presentare nuove o poco battute linee di ricerca. Frutto di più di due anni di studio, incontri, visioni di portfoli, studio visit, ricognizioni di mostre e musei, indagini sull'archivio e la storia dell'Istituzione, la mostra propone un percorso intergenerazionale e multidisciplinare innovativo attraverso una rilettura dell'arte italiana dagli anni Sessanta a oggi volta a rendere più complesse le narrazioni canoniche su quanto prodotto negli ultimi sessant'anni.

Artisti che si sono confrontati con diversi campi disciplinari quali danza, musica, teatro, film, moda, architettura e design sono stati spesso trascurati o non inseriti all'interno della storia dell'arte italiana. La mostra riconosce il loro contributo e recepisce l'interesse delle generazioni di artisti più giovani nel volersi confrontare con immaginari più ampi rispetto a quelli designati tradizionalmente dal sistema dell'arte. Linee di ricerca talvolta discontinue o riemerse a distanza di anni anche in modo inconsapevole e che arricchiscono la narrazione dell'arte del passato e fortificano la lettura di quella prodotta nel presente. La mostra diventa un'occasione unica per confrontarsi con gli immaginari di ciascun artista in maniera approfondita.

Il titolo FUORI! un invito a sporgersi, ad assumere una posizione eccentrica, fuori dal centro, e una postura inclinata, di mutua relazione con l'altro da sé. FUORI risponde alla necessità primaria di uscire dalle restrizioni fisiche e metaforiche imposte a tutti nei primi mesi del 2020. FUORI! è stato il nome della prima associazione per i diritti degli omosessuali, formatasi agli inizi degli anni Settanta e che con i gruppi femministi e transessuali ha portato avanti in Italia le rivendicazioni di diritti per una società più equa.

Tra il 2018 e il 2020, la missione statutaria della Quadriennale di Roma di mappare la situazione artistica del nostro Paese, fuori e dentro i confini nazionali, è stata realizzata grazie ai progetti Q-International (un sostegno agli artisti italiani che espongono all'estero) e Q-Rated (dedicato alla formazione di giovani artisti e curatori tra i 23 e i 35 anni). L'attività di promozione e scouting è stata affiancata da uno scavo profondo sulla storia dell'Istituzione, attraverso lo studio del suo archivio e del contesto storico in cui essa è nata alla fine degli anni Venti: la città di Roma, Il Palazzo dell'Esposizioni hanno fornito il punto di partenza per il progetto espositivo. L'archivio e il palazzo, veri e propri palinsesti delle storie espositive italiane, hanno permesso di elaborare una struttura che restituisse al pubblico la complessità della missione di un'istituzione dedicata all'arte nel XXI secolo.

Un allestimento ad hoc, pensato dall'architetto Alessandro Bava, ha articolato gli spazi della sede espositiva in modo da renderli una presenza più sfumata, esaltando al massimo il potere iconico delle opere. Il cantastorie e scrittore Luca Scarlini ha narrato in una serie di video tra le sale della mostra le storie emerse dall'archivio della Quadriennale, intrecciandole con le opere esposte. Una mostra nata da una conoscenza 'situata', ispirata dunque dal contesto istituzionale e geografico in cui si trova, la Quadriennale d'arte 2020 ha preso forma attraverso tre linee tematiche chiave per capire il mondo contemporaneo e riflettere sull'arte: il palazzo, il desiderio e l'incommensurabile.

Il palazzo

La metafora del palazzo è ispirata dallo stesso Palazzo delle Esposizioni, sede delle Quadriennali d'arte sin dalla prima edizione (1931). La storia delle mostre succedutesi in questa sede prestigiosa rivela un palinsesto di allestimenti che ha segnato alcuni momenti chiave del Paese e della sua storia artistica. Negli anni Settanta, con Pier Paolo Pasolini, il 'palazzo' è diventato poi metafora della politica e della sua classe dirigente. Inoltre, come ogni centro storico italiano testimonia, è nei palazzi che il mecenatismo ha commissionato e accumulato capolavori artistici. Da ultimo, il palazzo è il luogo delle feste, che da sempre hanno contribuito a sovvertire le narrazioni e l'ordinamento sociale. Tutte queste accezioni hanno mobilitato riflessioni sul display, sulla scelta dei temi emersi dai materiali d'archivio, fino alle opere di alcuni artisti invitati.

Il desiderio

Parafrasando il titolo di un saggio di Filiberto Menna, La linea analitica dell'arte moderna, si può sostenere che la linea del desiderio nell'arte contemporanea italiana è stata a lungo ignorata. Questa spinta verso l'espressione del proprio desiderio erotico è a viverlo o a rappresentarlo attraverso le proprie opere è invece uno dei principali elementi che contraddistinguono il lavoro di molti artisti. Analizzare le forme del desiderio significa confrontarsi con immaginari e campi di azione spesso ignorati dai critici e dagli storici dell'arte. Gli immaginari femminili, femministi e queer, in particolare, sono stati tra i più ignorati e mancati, anche dal mercato e dalle istituzioni. Il desiderio come ossessione focalizzata, nel caso dell'artista, alla necessità del 'fare', indipendentemente dal successo o dal riconoscimento che possa derivarne dal sistema artistico, è un'altra delle possibili tracce cui guarda questa linea di ricerca.

L'incommensurabile

La terza linea di ricerca si confronta con la messa al mondo di immaginari nuovi da parte di artisti che vogliono spingere chi fa esperienza dell'opera d'arte a immergersi in dimensioni parallele, dove si sovvertono logiche standardizzate e misurabili. La mostra diventa occasione per creare una tensione tra ciò che si vede, si sente e si prova e la possibilità di darne spiegazione a parole. L'incontro con l'arte è un evento inspiegabile, non riducibile a un aneddoto o a un evento storico narrabile, la parola manca ma i sensi consentono di capire e sentire quanto un'opera sta indicando. L'incommensurabile presenta una riflessione su tutto ciò che è oltre misura, oltre il razionale e ciò che può essere invece ridotto a parole.

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Quadriennale d'arte 2020 FUORI