Julius Evola (Evola, Giulio)
ROMA, 19/05/1898 - ROMA, 11/01/1974

Biografia

Filosofo, studioso di dottrine tradizionali, saggista, pubblicista, Julius Evola ebbe, tra il 1915 e il 1923, allorché mise fine volontariamente a questo versante della sua attività, una importante fase di artista d’avanguardia, tanto a livello operativo che di elaborazione teorica. Partito dalla frequentazione dello studio di Giacomo Balla, Evola passa da posizioni futuriste, all’adesione al Dadaismo, di cui può considerarsi tra i più significativi esponenti italiani. Nella sua breve stagione pittorica, si registra il passaggio dalla fase dell’“idealismo sensoriale” a quella dell’“astrattismo mistico”. Tra il 1919 e il 1921, Evola partecipa a prestigiose rassegne: l’Esposizione internazionale d’arte moderna di Ginevra, il Salon Dada nella Galleria Montaigne a Parigi, oltre a due personali presso la Casa d’Arte Bragaglia a Roma, la seconda delle quali insieme a Fiozzi e Cantarelli. Di grande rilievo la personale a Berlino, nella Galleria Der Sturm di Herwarth Walden, in cui furono esposte 60 opere pittoriche. Notevole anche l’attività teorica, pubblicistica e di conferenziere: Evola collabora alle riviste “Noi” e “Bleu”; nel 1919 inizia il carteggio con Tristan Tzara, che durerà fino al 1923. Nel 1920 pubblica il saggio "Arte astratta" e nel 1921 il poema "La parole obscure du paysage intérieur", entrambi nella “Collection Dada”. Una significativa testimonianza autobiografica della sua attività di artista di avanguardia si trova nel volume autobiografico "Il cammino del cinabro".

Unità archivistiche

Documenti