Trombadori, Antonello
ROMA, 10/06/1917 - ROMA, 19/01/1993
Biografia
Giornalista, critico d’arte, uomo politico e poeta, Antonello Trombadori, discende da una famiglia siciliana di artisti e letterati. Nasce a Roma il 10 giugno del 1917 dal pittore Francesco Trombatore e Margherita Ermenegildo. Sarà il padre Francesco, alla fine degli anni Cinquanta, a chiedere e ottenere il cambiamento di nome in Trombadori. Antonello cresce in un ambiente familiare culturalmente molto stimolante. Lo zio Gaetano era un critico e storico della letteratura e il nonno, Antonino, oltre a essere un incisore e un plasticatore di pupi da presepio, possedeva una libreria a Siracusa, considerata già alla fine dell’Ottocento, un centro di diffusione di cultura, arte e letteratura e un luogo di ritrovo di intellettuali e appassionati. Dal 1927 Antonello Trombadori vive stabilmente nella casa-studio di Villa Strohl-fern, dove il padre Francesco aveva uno studio sin dal 1921. Viene quindi presto indirizzato alla conoscenza delle arti, oltre che dall’ambiente familiare, anche dalle prime amicizie d’infanzia specie quelle con le famiglie Briganti e Socrate. Studia prima al liceo Mamiani e poi al Visconti. Fin dagli ultimi anni del liceo frequenta gli ambienti artistici romani di punta, tra cui la Galleria della Cometa e lo studio di Corrado Cagli. Ben presto inizia a dedicarsi alla critica d’arte e a collaborare con varie riviste: “Primato”, “Città”, “Corrente”, “Vie Nuove”, “La Ruota”, proprio nelle pagine di quest’ultima verrà pubblicato nel 1938 il suo primo articolo sulla Biennale di Venezia. Nel giugno del 1940 si laurea in lettere all’Università di Roma con Pietro Toesca con una tesi dal titolo “Pietro Giordani e la critica Neoclassica in Italia”. Dal 1937 al 1940 partecipa ai Littoriali della cultura e dell’arte, esperienza che lo porta a saldare importanti rapporti con giovani intellettuali tra cui Bruno Zevi, Mario Alicata, Girolamo Sotgiu, Carlo Cassola, Mario Spinella e gli storici dell’arte Francesco Arcangeli e Alberto Graziani, della scuola bolognese di Roberto Longhi. Da questa occasione di incontro, nella primavera del 1940 prende vita anche la terza serie della rivista “La Ruota”, per la quale tiene, con Giuliano Briganti, la rubrica delle arti. La nuova redazione del periodico diventa un importante centro di aggregazione di energie letterarie e artistiche, dando anche impulso all’attività antifascista e di riorganizzazione clandestina del Partito comunista italiano. In quegli anni iniziano a delinearsi i due campi d’azione che marcheranno profondamente la biografia di Trombadori: l’attivismo nelle fila della Resistenza romana e l’impegno nella critica d’arte militante. Nell’ambito della critica si precisa la sua posizione a favore del movimento realista, anche in linea con la sua appartenenza politica. In questo senso un punto di svolta è segnato dall’incontro con Renato Guttuso, avvenuto nel 1937, dopo il definitivo trasferimento del pittore a Roma. Sul versante politico si impegna fortemente nella lotta all’antifascismo e, nel 1941, dopo il ritorno dal fronte greco-albanese nella fila del secondo Reggimento bersaglieri, viene arrestato per “attività comunista antifascista” con un gruppo di universitari, tra i quali i fratelli Bufalini e Antonio Giolitti, e condannato dal Tribunale Speciale al confino a Carsoli per due anni. Mussolini, data la notorietà di alcune delle famiglie dei giovani studenti processati, decide, con atto di clemenza, di proscioglierli anche dalla pena del confino, "ad eccezione”, come si legge in una nota della Direzione generale della pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, “di Bufalini Paolo e Trombadori Antonello, non avendo questi ultimi dimostrato di essere pentiti del gesto insano commesso". Torna libero dopo il 25 luglio 1943. In seguito all’armistizio dell’8 settembre, in assenza di comandi militari, partecipa alla difesa popolare della capitale agli ordini di Luigi Longo, con il sostegno del generale Giacomo Carboni. In stretta collaborazione con Giorgio Amendola, che rappresentava allora la Direzione del Partito a Roma, entra a far parte del Comitato militare cittadino, per poi passare, verso la fine dell’ottobre del 1943, al comando dei “Gruppi di azione patriottica centrali del Pci”, uno speciale reparto incaricato di “rendere la vita impossibile all’occupante”. Il 2 febbraio 1944 Antonello Trombadori viene arrestato dai tedeschi e rinchiuso nella prigione di via Tasso. Trasferito nel braccio tedesco di Regina Coeli, è lì detenuto la mattina del 24 marzo 1944, quando i soldati prelevano i prigionieri che il pomeriggio sarebbero stati uccisi alle Fosse Ardeatine. Riesce a salvarsi perché ricoverato in infermeria. Viene successivamente trasferito sul fronte ad Anzio, da dove riesce a fuggire riprendendo l’attività clandestina. Subito dopo la Liberazione si sposa con Fulvia Trozzi, anche lei militante nella Resistenza, figlia dell’avvocato e parlamentare socialista Mario Trozzi, e ha due figli Duccio (28 feb. 1945) e Lucilla (10 giu. 1948). A partire dal primo dopoguerra Antonello Trombadori intreccia sempre più strettamente l’impegno politico nel Pci, con l’attività giornalistica e il lavoro di critico militante, divenendo figura influente nel panorama culturale italiano. Funzionario del Partito comunista, nominato capo della “vigilanza” di Botteghe Oscure dopo l’attentato del 1948 a Palmiro Togliatti, nel 1953 entra a far parte del Comitato centrale del Partito di cui sarà membro fino al 1966. Uomo di fiducia di Togliatti per i rapporti con il mondo del cinema e dell’arte, collabora con la Commissione culturale e la Commissione stampa del Pci tra il 1956 e il 1966. In campo artistico, nell’agosto del 1944, è fautore della mostra “L'arte contro la barbarie”, tenuta alla Galleria di Roma, sotto gli auspici del quotidiano “l’Unità”, in cui vengono esposte circa 120 opere significative di una ventina di artisti attivi a Roma, realizzate durante il periodo dell’occupazione tedesca. Vi partecipano tra gli altri Renato Guttuso, Mario Mafai, Leoncillo, Corrado Cagli, Mirko, Giovanni Omiccioli, Marino Mazzacurati, Giulio Turcato, Nino Franchina. Nel 1945 presenta l'album di disegni di Guttuso “Gott mit uns” e nello stesso anno segue con interesse la lavorazione del film “Roma città aperta” di Roberto Rossellini. Così come due anni dopo ha testimonianza diretta delle riprese del film “Germania anno zero” dall’aiuto regista di Rossellini, Carlo Lizzani, che da Berlino gli scrive numerose lettere, ora conservate nel Fondo. Trombadori collabora in seguito con Rossellini per la stesura del soggetto di “Europa 51”, e, agli inizi degli anni Sessanta, per la sceneggiatura di “Vanina Vanini” e “Viva l’Italia”. Contribuisce inoltre alla realizzazione del film “La terra trema” (1949) di Luchino Visconti e partecipa alla costituzione del “Circolo romano del Cinema”. Nel 1951 organizza la seconda mostra “L'arte contro la barbarie”, predisposta in opposizione alla visita in Italia di Eisenhower e sequestrata dalla Questura di Roma prima dell’inaugurazione. Contemporaneamente scrive di arte e di cinema, su “l’Unità”, “Rinascita” e “Vie Nuove” a sostegno del “Neorealismo”, sul versante cinematografico, e del “Realismo” nelle arti figurative, in opposizione aspra e polemica con la corrente degli astrattisti e degli informali, sostenuta da altra parte della critica di sinistra, in particolare da Giulio Carlo Argan e Palma Bucarelli. Nel 1954, per diffondere la politica culturale del Pci, con Romano Bilenchi e Carlo Salinari, fonda il settimanale “Il Contemporaneo”. Nel 1955 con una delegazione di intellettuali italiani capeggiata da Piero Calamandrei parte per la Cina. Il viaggio, organizzato dal Centro studi per le relazioni economiche e culturali, può considerarsi come una delle primissime azioni di apertura della cultura italiana verso la neonata Repubblica popolare cinese. Il diario, scritto da Antonello Trombadori durante quel viaggio, conservato nel fondo, verrà pubblicato postumo nel 1999. Dal 1956 al 1968 è consigliere del Comune di Roma e negli stessi anni collabora con il direttore della Galleria d’arte moderna di Bologna, Francesco Arcangeli, in veste di consulente della “Commissione acquisti” del Museo. Dal 1961 al 1969 Antonello Trombadori, per conto dell’imprenditore Alvaro Marchini, concorre a delineare l’indirizzo artistico della galleria La Nuova Pesa, per poi assumerne la direzione, nella stagione 1973-1974, con Carla Marchini. La Galleria, fin dagli esordi, diventa un punto di riferimento per gli esponenti del realismo italiano, senza trascurare i giovani emergenti, la cultura figurativa italiana del periodo compreso tra le due guerre e artisti di grande rilievo internazionale quali Picasso, Braque, Léger, Gris. Parallelamente Trombadori segue e approfondisce gli sviluppi dell’arte russa contemporanea, anche di quei gruppi di artisti non ufficiali in Urss. Tra il 1964 e il 1972 intensifica la sua attività giornalistica, redattore de “l’Unità”, nel dicembre del 1964 è inviato speciale in India durante il viaggio di Paolo VI, missione che gli consentirà negli anni a venire di svolgere un ruolo di rilievo anche nei rapporti del Partito con il Vaticano. Nel 1966 è in Vietnam come membro della delegazione del Pci, poi in Siria e Giordania durante il conflitto arabo-israeliano. Nel maggio del 1967, a Stoccolma, testimonia alla prima sessione del Tribunale Bertrand Russell sui crimini di guerra in Vietnam. Ad ottobre dello stesso anno, ospite della Commissione vietnamita d’inchiesta sui crimini di guerra, parte nuovamente per il Vietman per partecipare poi, nel mese di novembre, alla seconda sessione del Tribunale Russell a Copenaghen, come inviato de “l’Unità”. Nel 1969 è di nuovo al seguito di papa Paolo VI durante il suo viaggio in Uganda e tra il 1970 e il 1972 torna in Vietnam altre due volte. Dal 1968 è eletto deputato al Parlamento per quattro legislature. Oltre l’attività politica, giornalistica e di critico d’arte coltiva anche la passione per la poesia romanesca e l’attività letteraria. Nel 1974 per le “Lettere a Cencia” di Giuseppe Gioacchino Belli, a cura di M. Mazzocchi Alemanni, collabora alla sezione iconografica. Nel 1977 pubblica il libro di poesie “I Segni Eugubini”, ricevendo il Premio Lariano come opera prima e il riconoscimento speciale della giuria al Premio Sila (1978). Nel 1979 esce il suo primo volume di sonetti romaneschi “La Palommella: 63 sonetti romaneschi e uno milanese”. I sonetti di Antonello Trombadori sono stati inoltre pubblicati, sin dalla seconda metà degli anni Settanta, su quotidiani e periodici quali “La Stampa”, “Il Messaggero”, “l’Unità” “Corriere della Sera”, “Europeo” e “L’Espresso”. Una raccolta di poesie scritte da Trombadori tra il 1938 e il 1989 è stata pubblicata postuma, nel 2000, con il titolo “Foglie Perse”. In politica, nel corso degli anni Settanta si accosta alla corrente moderata del Pci avendo come punto di riferimento la figura di Giorgio Amendola e, dopo la sua scomparsa, di Giorgio Napolitano. Aperto al dialogo con il Psi, si avvicina alla figura di Bettino Craxi. Nel 1983 viene escluso dal Comitato federale romano e dalla Commissione di controllo del Pci, ma viene comunque invitato dal Comitato direttivo a candidarsi per la quinta volta alla Camera dei Deputati. Trombadori rifiuta pur continuando ad appoggiare il Partito. Nell’ultimo decennio della sua vita, libero da impegni istituzionali, incentiva l’attività giornalistica e storico artistica. Nel 1983 entra a far parte del comitato scientifico dell’Archivio della Scuola romana, associazione con cui collabora per la realizzazione di numerose mostre volte a rinnovare il giudizio critico sull’arte del “Novecento romano”. Rivede le sue posizioni “antinovecentiste”, rivaluta l’opera di Giorgio de Chirico e di tutta l’esperienza del “ritorno all’ordine”, secondo un processo di rilettura storico-critica dell’arte italiana della prima metà del Novecento, già da lui tracciato in una conferenza tenuta a Roma all’Istituto di Studi Romani nel 1976. Nel 1984 fonda e presiede l’Associazione amici di Villa Strohl-fern, mettendo in atto una forte azione di tutela paesaggistica e culturale della splendida Villa, luogo di lavoro e di residenza di molti artisti italiani del Novecento. Nello stesso anno cura il catalogo delle opere d’arte della Camera dei Deputati. Tra il 1984 e il 1988 pubblica altri due volumi di sonetti romaneschi “Indovinela-grillo: duecento sonetti romaneschi” e “Sonetti romaneschi: ecce Roma”. Tra le sue ultime iniziative politiche, nel settembre del 1989, promuove, con altri, il “Comitato di coordinamento dei comunisti romani per l’Unità socialista”, proponendo il superamento delle “lacerazioni” con il Psi e la riunificazione delle forze socialiste per una politica unitaria tra Pci e Psi. Allo scioglimento del Pci nel 1991 non aderisce al neo-costituito Pds. Muore a Roma il 19 gennaio 1993.